Insieme per chi vuole restare
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Marco Madonia e Veronica Amico consiglieri comunali

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Siamo due cittadini nisseni con un vissuto profondamente diverso: Veronica è una giovane mamma di sette figli. La grinta e l’energia che l’hanno contraddistinta negli anni le ha hanno permesso di avere un occhio vigile e attento non solo verso le realtà che interessano i bambini e i loro genitori, ma anche nei confronti di quei fenomeni sociali di degrado e disagio che appartengono, purtroppo, a troppe famiglie nissene.

Marco è un ragazzo ritornato nella sua città con la tenacia di chi ama la propria terra e non vuole abbandonarla a favore di una vita estera certamente più stabile.

Dopo anni di formazione e lavoro lontano da casa, decide di mettersi in gioco mettendo a disposizione della propria città le conoscenze acquisite in campo umanistico, artistico, urbanistico e museale.

L’obiettivo è quello di creare i presupposti per Restare.

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A te, che credi di aver esaurito ogni possibilità, vogliamo mostrarti che in realtà c'è ancora tanto da realizzare e costruire...

Insieme
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Cosa possiamo fare?


Clicca per scoprire le proposte:

Marco

Veronica

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ORIZZONTi

FUTURI

RIGENERAZIONE URBANA E RIAPPROPRIAZIONE DEL CENTRO STORICO

di MARCO MADONIA

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Orizzonti Futuri

Migrazione decentralizzata

Il centro storico di Caltanissetta è attualmente vittima di una desertificazione in divenire, denunciata dai residenti per ormai quasi un ventennio. L’impossibilità di vedere il centro cittadino come un luogo di aggregazione sociale e di scambio culturale è uno dei principali motivi per cui, il fenomeno sopra citato, risulterebbe quasi impossibile da risolvere.

In questo ultimo periodo storico si parla spesso di rigenerazione urbana facendo erroneamente riferimento al solo intervento estetico/funzionale sull’architettura, escludendo l’importanza, invece fondamentale, delle relazioni umane e del rapporto tra abitante e spazio abitato.


Per questo motivo, sono fermamente convinto che la riappropriazione del centro storico da parte della cittadinanza può avvenire soltanto attraverso interventi sincronizzati e paralleli di più operazioni dedite a rivoluzionare (senza alcuno stravolgimento drastico) la percezione della vita e delle funzioni abitative del cuore della città.

I punti fondamentali su cui agire sono principalmente 5:


  • Proposta culturale dinamica
  • Convivialità e movida
  • Centro operativo multi-disciplinare e professionale
  • Istruzione di tipo accademico
  • Residenzialità
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Proposta culturale dinamica

Lavorando per quasi sei anni per due importanti istituzioni museali italiane, ho potuto acquisire molte competenze, insieme a parecchia esperienza, soprattutto per quanto riguarda la concezione della macchina museale come Dispositivo.

È un concetto che l’Italia fatica ancora ad assimilare, appartenendo a pochi direttori museali illuminati. Questo, però, potrebbe essere un motivo in più per rendere Caltanissetta una città all’avanguardia e stimata dal punto di vista artistico-culturale.

Il nostro Palazzo Moncada potrebbe divenire proprio un museo-dispositivo.

In sintesi, la proposta è quella di affidare la macchina museale a una direzione che sappia proporre alla cittadinanza una stagione museale variegata e ricca di proposte artistiche locali e non (senza confinare l’esterofilia), proponendo agli artisti, di volta in volta, la possibilità di approcciarsi alla cittadinanza per mezzo di workshop; incontri; riflessioni sul territorio nisseno.

Così facendo, la mostra in itinere non sarà soltanto un evento autoreferenziale assestante, bensì l’ennesima occasione per la comunità di stringersi attorno alla possibilità di crescere, sensibilizzarsi alla bellezza e, soprattutto, allargare le proprie vedute pur rimanendo sempre all’interno delle “mura” cittadine.

Il Museo, non è soltanto un luogo noioso in cui spendere qualche ora tediosa o confinare i pochi turisti che visitano la città. Il Museo deve essere soprattutto uno spazio fortemente intrattenente e formativo, a maggior ragione per i più piccoli.

Per questo motivo, all’interno del consiglio di amministrazione dedito alla direzione del museo, deve assolutamente presidiare una figura che possegga competenze in campo pedagogico, così che possa offrire, anche a cadenza mensile, importanti proposte psico-pedagogiche che coinvolgano ragazzi dai 10 ai 17 anni di età. Interessando scuole e istituzioni locali di diverso tipo e ambito.

Foto prelevate dalla pagina Facebook di “Museo Civico di Castelbuono”

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Convivialità e Movida

Questa, per chi come me è stato un adolescente fino a meno di un decennio fa, è davvero una nota dolente.

Il nostro centro storico è, senza ombra di dubbio, il luogo con più ‘spazio’ urbano a disposizione rispetto a qualsiasi altro entro i confini di Caltanissetta.

L’impossibilità di viverlo adeguatamente è un disagio, è rappresenta una terribile malattia che grava sull’economia tutta della città e il suo benessere.

Eppure, tempo orsono, locali come il popolare “Veleno”, erano riusciti a regalare estati affollate che vedevano la superficie del corso sparire a favore di giovani felici e festanti. Cosa è successo?

La mancanza di sicurezza adeguata, insieme a una visione politica miope e disinteressata, hanno costretto i proprietari dei locali sul corso a seguire regole stringenti che castravano la loro economia fino allo sfinimento: costringendoli, di fatto, alla chiusura.

La soluzione in questo caso credo sia semplice (ma non scontata): l’amministrazione deve mettersi a disposizione dei privati, incrementando se necessario la sicurezza, e disponendo le misure cautelari necessarie affinché la movida possa vivere, e possa farlo soprattutto in sicurezza.


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Centro operativo multi-disciplinare e professionale

Ci sono molteplici ragioni per cui il centro storico di una piccola città nell’entroterra Siciliano, come quello di Caltanissetta, possa rischiare di spopolarsi e di essere abbandonato al degrado: una di queste riguarda sicuramente la difficoltà di renderlo economicamente competitivo rispetto ad altre zone della città produttivamente più efficaci.

Il centro storico infatti, non è per sua natura una centro industriale e, rispetto alle zone periferiche della città, soffre di molte limitazioni: basti pensare alla mancanza di parcheggi a sufficienza per le auto; della totale assenza di ampie strade a più corsie per lo smaltimento del traffico; oltre alle innumerevoli limitazioni dovute alle leggi istituite dagli organi di tutela dei beni storico-artistici (per fortuna).

Per cui, quando si pensa a una possibile soluzione per rendere il cuore della città un luogo non solo turistico ma anche produttivo e multisettoriale, si devono tenere in considerazione tutti quei problemi legati alla natura del luogo in questione e delle sue criticità.



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Fortunatamente, spesso le soluzioni non vanno ricercate nei meandri della nostra fantasia, quanto piuttosto volgendo lo sguardo a realtà adiacenti alla nostra.

In particolare modo, successivamente alla pandemia globale, abbiamo potuto constatare un aumento considerevole degli impieghi a distanza (noti come smart-working) per cui, molti comuni, anche siciliani (Palermo, Castelbuono, Catania, Messina, ecc...), si sono dovuti attrezzare adibendo spazi prima in disuso a veri e propri poli multi-disciplinari, connessi con diverse aziende del mondo semplicemente grazie all’utilizzo della rete.

Queste strutture, potrebbero facilmente ospitare professionisti di svariato genere e, insieme, giovani intraprendenti con idee pronte a trasformarsi in nuove Start Up, grazie agli spazi adibiti per il co-working adeguatamente attrezzati a tale scopo.

Immaginate, dunque, un centro storico che possa mettere a disposizione dei professionisti un luogo stimolante nel cuore della città,, ospitando magari tutte quelle persone che vogliono fuggire intenzionalmente dalla vita caotica della metropoli, pur non rinunciando alla propria carriera.

In questo senso, un edificio abbandonato come l’ormai ex cinema Bellini, potrebbe tornare a splendere con nuove vesti, permettendo un ritorno massiccio non solo economico, ma soprattutto demografico: come quello nel quartiere provvidenza (ad esempio), ma anche in tutti i quartieri che circondando il centro storico. Questo, è il giusto modo di interpretare una nuova città che non disprezza la sua storia: sì alla tradizione, al patrimonio storico ma anche al progresso, alla visione, alla modernità.



Esempi di smart-working e co-working reperiti online

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Istruzione di tipo Accademico

Da molto tempo a questa parte - precisamente da quando ho iniziato i miei studi presso l’Accademia di Belle Arti - sogno una grande e bella istituzione accademia nella mia città.

Vi confesso che osservo da tempo il monumentale (quanto asincrono) edificio della ex Banca d’Italia ormai in disuso da anni, e gli riverso spesso i miei sogni accademici.

Abbiamo già pensato al centro storico come una dimensione fortemente intellettuale e formativa; sì ludica, sociale e dedita alla movida; sì produttiva e all’avanguardia: dedita a professionisti di ogni tipo. Allora, cosa manca? Manca la presenza (concettuale ma soprattutto fisica) di un’istituzione che, per sua natura, educhi e formi alla bellezza le prossime generazioni. Affinché chi cresce e vive a Caltanissetta abbia la possibilità non solo di apprendere sulla propria terra, ma soprattutto di esportarla oltre confine o, meglio ancora, difenderla se decide di restare.

Il nostro obiettivo, il mio obiettivo, è quello di proporre soluzioni affinché il centro storico sia il punto di partenza per tutti: residenti, cittadini, commercianti, professionisti, studenti, bambini e anziani. Voglio un centro storico che si manifesti come la metafora di una rinascita, a partire dalla sua rivoluzione.

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Residenzialità

Questo punto è anche l’ultimo. Non per importanza, ma certamente in ordine cronologico di avvenimento (se vogliamo tentare una previsione).

Proporre soluzioni assolutamente realizzabili, e successivamente concretizzarle, rappresenta il primo passo per invogliare la cittadinanza a riappropriarsi del centro della città, con tutti i fenomeni di risulta che vi si possono inserire (amministrativi e privati): primo fra tutti la rigenerazione urbana, ma non sono da meno tutti quegli eventi che possono promuovere l’integrazione e la convivialità nei nuovi-vecchi quartieri storici!

Trasparenza e partecipazione

Il rapporto che sogno con la cittadinanza

di MARCO MADONIA

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Trasparenza e Partecipazione

Il rapporto che sogno con la cittadinanza

Con l’avvento delle tecnologia e la diffusione sempre più impellente delle Intelligenze artificiali, la domanda che ci si ripete spesso è: dove sta la verità? Cosa è vero e cosa è falso?

Ecco, oggi sono qui per dirvi che ho in serbo una buona idea per fare si che il consiglio comunale sia sempre al corrente dei veri problemi dei cittadini senza attendere che questi li espongano personalmente, riducendo così efficacemente i tempi di discussione e di intervento. E tutto questo proprio grazie alla Intelligenza artificiale.

Sto parlando del Sentiment Analysis: una tecnica di elaborazione del linguaggio naturale. Sulla base quindi di dati testuali, è possibile ricavare un risultato inequivocabile che dichiara statisticamente quale problema risulta più “urgente” per i cittadini nisseni.



L’idea è quella di permette all’intelligenza artificiale di analizzare le parole utilizzate per esprimere il disagio in città, e di metterle successivamente su una scala di priorità. Tanti più cittadini utilizzeranno quelle stesse parole (o sinonimi), tanto più il “problema” verrà definito prioritario, salendo di posto e risultando, di fatto, più urgente.

In questo modo, il consiglio comunale potrà rendersi conto immediatamente del problema e prodigarsi di conseguenza per risolverlo nel primo tempo possibile. Si tratta di una tcnologia neutra, perché non guarda al singolo individuo abbattendo il favoritismo. E poi è trasparente: perché la scala di priorità è visibile agli addetti ai lavori ma soprattutto è visibile alla cittadinanza tutta.

Progetti del genere ci aiutano a rendere quel ‘fare politica’ che sempre abbiamo definito utopico, finalmente realtà.

Questa, per me, è la vera Politica: neutra, consapevole, sempre pronta.



Immagini prelevate da internet

CENTRO VIVO

Fenomeno migratorio dal centro verso la periferia

di VERONICA AMICO

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Centro Vivo

L’importanza formativa del centro

Per me che sono nata nel centro storico, non è stato facile abituarmi all’idea che questo non fosse più un luogo da poter lasciare in eredità ai miei figli.

Mi rendo conto che è un elemento dell’educazione civica e cittadina fondamentale che viene a mancare.

Per una bambina, come lo sono stata io, era un momento formativo importantissimo quello di passeggiare lungo la strata ‘a foglia per fare la spesa, essere immersa letteralmente nelle relazioni sociali commerciante – cliente e poi, sentire il benessere di assistere ai propri cari che si approcciavano ad altri cittadini in un’atmosfera di comunità forte e presente.

La passeggiata poi proseguiva, fino ai bar storici, allora molto frequentati, come il bar romano (vere e proprie istituzioni cittadine). Poi, tra bambini si giocava in piazza con l’acqua della fontana, prima sempre pulita. Ci si ritrovava al centro perché questo costituiva un punto di riferimento indispensabile.

Questi esempi, forse un po’ nostalgici, rappresentano solo alcuni vuoti di un problema alla base molto più grande: il centro storico ha un ruolo civico fondamentale, e va assolutamente preservato.

Trovo sinceramente aberrante che nessun protagonista politico della nostra città, negli ultimi anni, passando attraverso il centro storico per raggiungere il comune, possa aver constatato quali cambiamenti sono avvenuti sotto i loro occhi senza riuscire a muovere un dito per proporre un’inversione di rotta.

Io desidero vedere di nuovo i bar pieni, i commercianti aperti, sufficienti posti macchina per trovare facilmente parcheggio, un’adeguata sicurezza che preservi la movida senza interruzioni brusche, e questo può avvenire soltanto attraverso un dialogo vivo con i comitati di quartiere, e una presenza attiva e devota soprattutto in consiglio comunale.

Di seguito, volevo segnalarvi la lettura di alcuni importanti documenti che esprimono non solo l’importanza sociale del centro storico, ma di alcuni dei suoi elementi costitutivi più determinanti, come il mercato storico e la piazza principale. Ti auguro una buona lettura!


-Riguardo i mercati storici, tra idee e progetti per il sociale: file:///C:/Users/madon/Downloads/lucchetta_abstract.pdf

-Riguardo la piazza centrale, tra analisi e confronti:

https://blog.urbanfile.org/2021/02/28/urbanistica-le-piazze-delle-nostre-citta-significato-e-importanza-di-un-bene-prezioso-dimenticato/